LITURGIA

 

RITO E CERIMONIE PER LE

BEATIFICAZIONI E CANONIZZAZIONI

 

CAPITOLO PRIMO

LO SPLENDORE DEI FIGLI DI DIO

Dice San Paolo: « Haec est énim volúntas Dei, sanctificatio vestra: questa è !a volontà di Dio, la vostra santificazione » (Tess. IV, 3), volendo indicare con questa frase che tutti i cristiani sono destinati a partecipare - e godere della visione beatifica di Dio. Ma fra i cri­stiani, ve ne sono alcuni che, per aver offerto con generosità la loro vita, o per aver predicato le virtù cristiane in grado eroico, meritano onori speciali.

Questi onori pubblici, possono però essere tributati solo dopo l’approvazione della Chiesa e solo dopo questa sanzione i fedeli possono venerare le loro immagini ed invocarli pubblicamente come intercessori presso Dio.

Prima di accordare tali onori ad uno dei suoi membri, la Chiesa, percorre un lungo cammino fatto di prudenza ed accortezza; tutte le azioni, le parole, gli scritti del Servo di Dio sono vagliati, pesati e giudicati, anzi sono sottoposti ad un vero processo che dura molto tempo, talvolta persino secoli, fino a che, riconosciuta l’eroicità delle virtù, la realtà dei miracoli ottenuti per sua intercessione, viene solennemente proclamata la sua san­tità per mezzo della Canonizzazione.

Il riconoscimento della santità di un servo di Dio, e la concessione degli onori degli altari, avviene attra­verso i due processi di Beatificazione e di Canonizzazione.

La Canonizzazione è la sentenza ultima e definitiva per mezzo della quale il Romano Pontefice dichia­ra che un Beato gode la gloria dei Santi e ne impone il culto pubblico a tutta la Chiesa.

La Beatificazione è la sentenza meno solenne e non definitiva, per mezzo della quale il Romano Pontefice di­chiara che un servo di Dio gode della gloria dei Santi e ne permette limitatamente il culto pubblico.

 

I processi di Beatificazione

 

I processi di Beatificazione per via ordinaria hanno tre fasi.

La prima fase è costituita dai processi ordinari­ questi sono compiuti per diritto proprio dal Vescovo di quella diocesi dove il Servo di Dio è morto o dove avvennero i miracoli. Questi processi ordinari sono tre:

Il primo processo è costituito da una diligente raccolta ed esame di tutti gli scritti del Servo di Dio, pubblici e privati.

Il secondo processo, da incominciarsi entro trenta anni dalla morte, deve provare la fama della santità o del martirio del Servo di Dio.

Il terzo processo deve provare che al Servo di Dio non fu prestato già alcun culto pubblico o se vi fu pre­stato venne subito rimosso.

La seconda fase è costituita dalla introduzione della Causa presso la Santa Sede.

L'Ordinario trasmette alla S. Sede tutti gli scritti del Servo di Dio. Il Postulatore, cioè colui che è incari­cato di far procedere la causa, trasmette gli altri atti.

Dopo una nuova revisione di tutti gli scritti, viene discusso il processo informativo e se l'esito è favorevole, viene proposta la cosa al Romano Pontefice perché ordini il Decreto d’introduzione della causa. Dato il Decreto si discute il processo di non culto e s'iniziano i processi apostolici.

La terza fase è costituita dai processi apostolici, i quali hanno due parti:

A)              la prima parte che si svolge per delegazione della Santa Sede nella Curia dei Vescovi (diocesani);

B)              la seconda parte a Roma presso la S. Congregazione dei Riti.

 

Nei processi apostolici presso la Curia diocesana si deve provare la persistenza della fama di santità del Servo di Dio e l'esercizio delle virtù cristiane in grado eroico ed i miracoli. Questi processi devono essere compiuti entro due anni.

Approvati questi processi presso la Sacra Congregazione dei Riti, si procede a discutere l'eroicità delle virtù e il fatto dei miracoli. Salvo particolare dispensa del Romano Pontefice, prima di procedere alla discussione delle virtù devono essere trascorsi cinquanta anni dalla morte del Servo di Dio.

Il dubbio sull’eroicità delle virtù è discusso in tre Congregazioni: antipreparatoria, preparatoria e gene­rale. Alla Congregazione generale è presente anche il Papa Dopo il voto affermativo dei Cardinali e dei Consultori e l'approvazione del Papa, che suole anche differire di qualche giorno, viene emanato il Decreto sull’eroicità delle virtù che è promulgato solennemente nel modo indicato dal Papa stesso. Con questo decreto il Servo di Dio è chiamato Venerabile.

Quindi si procede a sciogliere l'altro dubbio sui mi­racoli e la procedura è uguale tenendosi nuovamente tre Congregazioni.

Emanato anche a questo Decreto, in una congregazione generale si scioglie la questione del «tuto»: se si possa in pratica, sicuramente (tuto) procedere alla Beatificazione.

 

I processi di Canonizzazione

 

Quando dopo la Beatificazione si sia ottenuto per intercessione del Beato un nuovo miracolo, il Postulatore chiede che si riprenda la Causa presso la Sacra Congrega­zione. Allora abbiamo i processi apostolici sui miracoli, i quali si svolgono per la prima Parte nelle Curie dioce­sane, per la seconda parte presso la Santa Sede, ossia con l’intervento anche dei Vescovi che, come i Cardinali, deb­bono dare il voto. Il dubbio sui miracoli viene discusso in tre Congregazioni a Roma, come sopra, quindi viene discusso il dubbio del «tuto» per la Canonizzazione e poi il Papa suole chiedere preghiere e tiene diversi con­cistori fin quando in un concistoro pubblico o semipubblico stabilisce il giorno della solenne Canonizzazione. Quindi si celebrano le grandiose solennità nella Basilica di San Pietro.

 

 

CAPITOLO SECONDO

 

IL RITO DELLA BEATIFICAZIONE

 

Alle ore dieci dopo il canto di Nona, il Reverendissimo Capitolo Vaticano si reca processionalmente ad occupare il suo posto nell'abside «a cornu epistolae» mentre gli eminentissimi Signori Cardinali componenti la Sacra Congregazione dei Riti prendono posto «a cornu evan­gelii» o, in una bancata ricoperta di arazzi.

In altri re­parti prendono posto i Consultori, Prelati ed Ufficiali ap­partenenti alla stessa Congregazione.

Entrato il Clero nell'abside, il Postulatore della Cau­sa si appressa, accompagnato dal Segretario della Sacra Congregazione dei Riti, al Cardinale Prefetto della stessa Congregazione, per rimettergli la Lettera Apostolica in forma di «Breve», rivolgendogli la preghiera di ordinarne la lettura.

Terminata la lettura tutti sorgono in piedi, e mentre s'intona il «Te Deum» viene posta in venerazione sull'altare una reliquia del Beato e viene tolto il velario che ricopre la «Gloria» nella raggiera del Bernini. Nel con­tempo viene scoperta sulla loggia esterna della Basilica lo stendardo raffigurante il Beato.

Terminato il canto del «Te Deum» l'Eccellentis­simo Celebrante - fattasi l'invocazione al nuovo Beato - ne canta l’«Oremus» proprio: quindi dopo aver incensato la reliquia e l'immagine, depone il piviale e, assunto i sacri paramenti, inizia il solenne Pontificale. La Cappella Giulia, dopo aver eseguito il «Te Deum» accompagna con scelta musica liturgica la San­ta Messa.

 

CAPITOLO TERZO

IL GRANDIOSO RITO DELLA CANONIZZAZIONE

 

Per il solennissimo Rito della Canonizzazione la Ba­silica Vaticana è addobbata con fasto e splendore; è divisa, per mezzo di steccati, grandi reparti e tribune ove prendono posto i fedeli. A destra della porta principale vi è la Cappella detta della Pietà, dove si trova la celebre statua del Michelangelo; per l'occasione essa è ornata da un panneggio di damasco rosso; un po' più avanti, dalla stessa parte, vi è la Cappella del Santissimo Sacramento, che è esposto per la cerimonia: tutta la Chiesa si presenta ai nostri occhi parata a festa « come una sposa che attende il suo Sposo).

Il luogo però che è adornato con maggior sfarzo e pompa è l'abside e l'altare della Confessione ivi è stato elevato il trono del Papa, anch'esso riccamente adornato. Intorno al trono sono disposte le banche, ricoperte da tappeti, riservate ai Cardinali e al clero parato; in alto, ai lati della Confessione, sono elevate le tribune destinate ai. Sovrani, all'ordine di Malta, al Corpo diplomatico ac­creditato presso la Santa Sede, ad altre alte personalità ed alla famiglia del nuovo Santo.

L'altare papale è adornate dai ricchissimi paliotti di Benedetto XIV e ricoperto da preziose tovaglie; sopra la mensa poggiano: la Croce, gli artistici candelabri cesellati lati dal Cellini (sette se celebrerà la Messa il Santo Pa­dre), i paramenti che il Sommo Pontefice indosserà per la celebrazione del Santo Sacrificio.

In «cornu epistolae» si trova la credenza dove sono posti i vasi sacri per la Messa: in «cornu evangelii » vi è un'altra credenza, dove si custodiscono le ampolline con l'acqua e il vino, il bacile per la lavanda delle ma­ni, ecc.

Se il Sommo Pontefice celebrerà la Messa, un po' più lontano, dalla parte dell'Epistola, è eretto un piccolo trono detto di Terza dove il Sommo Pontefice si siede mentre si canta l'ora di «Terza» preparandosi per la cele­brazione.

L'uso di adornare con tale sfarzo la Basilica è molto antico e tra le Canonizzazioni più imponenti, per sfarzo e ricchezza, si possono ricordare: quella del 1485 di San Leopoldo di Austria, quella del 1519 di San Francesco da Paola, in cui per la prima volta furono esposti i preziosi arazzi di Fiandra fatti su disegno di Raffaello, quella del 1925 di Santa Teresa del Bambino Gesù in cui s'il­luminò tutta la parte esterna della Basilica.

Alle logge dette di Sant'Elena e della Veronica vengono sospesi gli stendardi dei miracoli approvati per la Canonizzazione; all'esterno della loggia centrale del Tempio viene sospeso uno stendardo raffigurante la glo­rificazione del nuovo Santo.

In fondo all'abside, nella splendida raggera del Bernini, stupendamente illuminata, risplende il quadro della SS. Trinità; infatti, per le Canonizzazioni non vi è la «Gloria» del nuovo Santo come si usa invece per le Beatificazioni: Nella pienezza della gloria è il Signore Iddio, Uno e Trino che deve essere adorato, sorgente, fonte e premio di ogni santità.

 

Lo svolgimento del Corteo

 

I dignitari che fanno parte della «Cappella papale» e debbono perciò assistere alla Canonizzazione, sono pre­avvisati da Mons. Prefetto delle Cerimonie con un avviso a stampa, detto «Intimatio», e rimesso a domicilio da un cursore apostolico, in cui sono indicati l'ora, il luogo di riunione ed altri particolari riguardanti la sacra funzione.

Il Clero secolare, cioè capitoli, parroci, e clero rego­lare, monaci, mendicanti, viene invitato per mezzo di un avviso del Cardinal Vicario; tutte queste persone si riuniscono nel giorno e nell'ora stabilita nelle sale adiacenti alla Cappella Sistina e nella Loggia del primo piano, ciascuno indossa le vesti proprie al suo Ordine: cioè i Cardinali Vescovi il piviale bianco di tela argento; i Cardinali Preti la pianeta e i Cardinali Diaconi la dalma­tica della stessa specie e colore proprio del giorno; tutti mettono in capo la mitra bianca damascata; ogni Cardinale è accompagnato dai propri Cappellani, Caudatari e Gentiluomini nelle vesti di cerimonia.

Il Cardinale Vescovo, designato ad essere assistente del Santo Padre durante la Messa, ed il Cardinale Dia­cono ministrante se il Papa celebra, indossano paramenti più ricchi e sfarzosi della stessa qualità di quelli che rive­stirà il Pontefice per la celebrazione del Santo Sacrificio.

I Patriarchi, gli Arcivescovi ed i Vescovi, indossano il piviale bianco e la mitra di lino bianco; i Penitenzieri della Basilica Vaticana la pianeta bianca sopra l'amitto; gli altri Prelati indossano le cappe e gli abiti loro propri; un Uditore di Rota, porta la Croce a stile papale e in­dossa l'amitto, il camice, e la tunicella; se il Papa pon­tifica, un altro Uditore funge da Suddiacono nella Messa ed indossa gli stessi sacri paramenti. I votanti della Se­gnatura si dispongono in una sala col turibolo e i tradi­zionali candelabri, sette se celebra il Santo Padre; con essi si riuniscono i Referendari incaricati di sorreggere le aste del Baldacchino.

Il Clero secolare riveste l'abito di coro e i religiosi il costume del loro Ordine. Tutti ricevono un cero acceso la cui dimensione varia secondo la dignità: coloro che precedono gli stendardi ricevono delle torce.

Il Principe Assistente al Trono Pontificale indossa il costume di cerimonia, Maestro del Sant'Ospizio e i Camerieri segreti d’onore e quelli di cappa e spada il costume d’Enrico II; tutti i dignitari della Corte Pontificia rivestono la divisa gala; i camerieri segreti partecipanti indossano la soprana e la cappa rossa sulla sottana violetta.

A tutti coloro che partecipano alla Processione è consegnato un libretto intitolato «Làudes alternítim recitdndae dum a Pontificio Sixti IV Vaticano Sacéllo ad Basílicam Príncipís Apostolórum sacra Supplicatio solém­ni ritu incédit ad Canonizationem beati N. N.» (Lodi da recitarsi alternativamente per ordine del Sommo Pontefice nel solenne rito della preparazione della solenne proces­sione per la Canonizzazione del Beato N. N. recandosi dalla Cappella Sistina alla tomba del Principe degli Apo­stoli che è nella Basilica).

In questo libro sono stampati l'Ave Maris Stella ed altri inni e salmi.

Tutte le personalità sono dunque al loro posto per l'inizio della sacra funzione.

 

Giunge il Santo Padre

 

Il Santo Padre intanto è uscito dal suo appartamento e preceduto dalla Croce, accompagnato dalla sua nobile Corte; scortato dalla sua Guardia nobile, accompagnato e seguito dalla Guardia svizzera, entra nella Sacristia della Cappella Sistina. Ivi indossa le sacre vesti, vale a dire la falda, l'amitto, il camice, la stola, manto papale bianco a ricami d’oro e la mitra di lamine d’oro, e intona, dopo una breve adorazione; l'inno: «Ave Maris Stella». A questo punto il Cardinale Procuratore della Canonizzazione gli offre tre ceri dei quali il San Padre sceglie il più piccolo, indi preceduto dai Cardinali e da tutti gli altri dignitari come stabilisce il rito, si asside sulla «Sedia gestatoria» per recarsi alla Basilica Vaticana tenendo sempre nella mano sinistra il piccolo cero involto in un velo di seta ricamata in oro.

I Palafrenieri e i Sediari, in abito di damasco rosso sollevano la sedia sulle spalle; si spiega il Baldacchino sopra la testa del Papa mentre due grandi ventagli di piuma detti «flabelli» ondeggiano intorno alla sedia; ufficiali superiori, gli addetti alla guardia nobile e alla guardia palatina d’onore, i Camerieri segreti, i mazzieri insomma coloro che fanno parte della custodia pontifica circondano la persona del Pontefice.

Intanto tutti  quelli che debbono partecipare alla processione, attraverso la Scala Regia e il Portico, hanno incominciato da qualche ora a sfilare avviandosi alla Basilica. Apre la Processione il Clero regolare (Ordini mendicanti, Ordini monastici e Canonici regolari); segue Clero secolare, la Sacra Congregazione dei Riti, i Vessilli, i Seminari, i Parroci, i Capitoli. Poi seguirà la Cappella Pontificia che precede, circonda e segue la sedia gestatoria su cui è assiso il Sommo Pontefice.

 

CAPITOLO QUARTO

 

LA SOLENNE PROCESSIONE DELLE CANONIZZAZIONI

 

 

L'ordine con cui si svolgerà la solenne processione che iniziandosi verso le 8 sfila fino alle 10 ora in cui abitualmente le trombe d'argento annunziano l'entrata nella Basilica del Sommo Pontefice, sarà il seguente:

 

Clero regolare

 

1.    - Agostiniani scalzi.

2.    - Minori Cappuccini.

3.    - Mercenari.

4.    - Minimi.

5.    - Terzo Ordine Regolare di S. Francesco.

6.    - Minori Conventuali.

7.    - Minori.

8.    - Eremiti Agostiniani.

9.    - Carmelitani scalzi.

10. - Servi di Maria.

11. - Domenicani.

 

Ordini monastici

 

1.    - Olivetani.

2.    - Cistercensi.

3.    - Vallombrosani.

4.    - Camaldolesi.

5.    - Cassinesi.

 

 

Canonici regolari

 

1 - Canonici regolari Lateranensi del SS. Salvatore.

2 – Premostatensi.

 

 

 

 

Clero secolare

 

Croce del Clero:

 

Alcuni del Pontificio Seminario Romano.

Collegio dei Parroci.

 

Collegiate:

 

1.   - S. Anastasia.

2.     - SS. Celso e Giuliano.

3.     - S. Eustachio.

4.     - S. Maria in Via Lata.

5.     - S. Nicola in Carcere.

6.     - S. Marco.

7.     - S. Maria ad Martyres.

 

Basiliche Minori:

 

1.    – S. Michele Arcangelo in San Lorenzo in Lucina.

2.    – S. Maria Regina coeli in Montesanto.

3.    – S. Maria in Cosmedin.

4.    – S. Lorenzo in Damaso.

5.    – S. Maria in Trastevere.

 

Basiliche Patriarcali:

 

1.    - S. Maria Maggiore.

2.    - S. Pietro in Vaticano.

3.    - S. Giovanni in Laterano

 

Mons. Vicegerente con gli Ufficiali del Vicariato.

I membri della Sacra Congregazione dei Riti.

I Vessilli dei Beati portati dai Fratelli dell'Arcicon­fraternita del Santissimo Sacramento di S. Michele in Borgo.

 

Tutti i partecipanti alla processione innalzano canti ed inni: «Ave Maris Stella Quem terra, o Gloriosa pro Beata Virgine», poi gli inni: «Deus tuorum mílitum et Invicte Martyr unicum» per il martire; entrando nella Basilica si canta il «Regina coeli ».

 

Alla sfilata del Clero regolare e secolare segue la Cappella Pontificia in quest’ordine:

 

1.    - Due Sergenti della Guardia Svizzera.

2.    - Un Maestro delle Cerimonie Pontificie.

3.    - Procuratori di Collegio.

4.    - Predicatore Apostolico e Confessori della Fami­glia Pontificia con l’abito dei rispettivi Ordini.

5.    - Procuratori Generali degli Ordini religiosi con l'a­bito dei rispettivi Ordini.

6.    - Bussolanti.

7.    - Gioielliere dei SS. Palazzi al lato dei Cappellani Comuni pontifici che portano i Triregni.

8.    - Cappellani Segreti che portano le mitre preziose.

9.    - Due Cursori Pontifici.

10. - Aiutanti di Camera.

11. - Cappellani Comuni.

12. - Chierici Segreti d'onore e di numero.

13. - Cappellani Segreti d'onore e di numero.

14. - Avvocati Concistoriali.

15. - Camerieri Segreti d'onore e soprannumerari.

16. - Abbreviatori del Parco Maggiore.

17. - Votanti di Segnatura.

18. - Chierici di Camera.

19. – Uditori di Rota  insieme al Padre Maestro dei SS. Palazzi Apostolici con l'abito dei proprio Ordine dei Padri Predicatori.

20. - Cappellano Segreto che porta il Triregno usuale del Santo Padre.

21. Cappellano Segreto con la mitra preziosa che userà il Papa nella Messa.

22. - Decano dei Votanti di Segnatura che porta il turibolo e la Navicella.

23. - Uditore di Rota, Suddiacono Apostolico in Tonacella con la Croce Papale in mezzo agli Ac­coliti, che sono Prelati Votanti di Segnatura, i quali recano candelieri con candele accese.

24. - Due Maestri Ostiarii de Virga rubra, custodi della Croce Papale.

25. – Se il Papa pontificasse la Messa qui sarebbero: Uditore di Rota, Suddiacono ministrante di rito latino, parato di tunicella, in mezzo al Diacono e Suddiacono di rito greco.

26. - Penitenzieri della Basilica Vaticana in pianeta, preceduti da due chierici recanti la Virga ornata di fiori

27. - Abati mitrati e Commendatori di Santo Spirito.

28. - Vescovi e Arcivescovi non assistenti al Soglio.

29. - Vescovi e Arcivescovi assistenti al Soglio.

30. - Patriarchi.

31. - Due Cursori Pontifici.

32. - Cardinali dell'Ordine dei Diaconi, con dalmatica e mitra di damasco, seguiti dai Caudatari che in­dossano veste violacea con crocina e cotta, con velo per sostenere la mitra.

33. - Cardinali dell'Ordine dei Preti, con Pianeta, se­guiti dai Caudatari come sopra.

34. - Cardinali Vescovi suburbicari, con Piviale, seguiti dai Caudatari come sopra.

35. - Vice-Camerlengo di S.R.C. ed alla sua sinistra il Principe Assistente al Soglio.

36. Foriere Maggiore.

37. Cavallerizzo Maggiore.

38. -Due Protonotari Apostolici partecipanti che devono sostenere la Falda del Papa.

39. - I due Primi Maestri delle Cerimonie Pontificie.

40. - I due Cardinali Diaconi assistenti, in mezzo a loro sarebbe il Cardinale Diacono Ministrante se il Papa pontificasse la Messa.

 

L'ultimo gruppo nominato, costituito di Prelati, di alti ufficiali, di cospicue personalità fanno parte della «custodia Pontificis» e perciò precedono immediatamente e fiancheggiano la «sedia gestatoria» su cui è assiso il Sommo Pontefice; tutto il fasto, il lusso, lo sfarzo ha un significato speciale, vogliono indicare una grandezza incommensurabile: quella della Chiesa di Cristo.

Alta, visibile da ogni punto della Basilica appare la sedia; su cui è assiso il Sommo Pontefice; egli indossa come abbiamo visto, il manto papale bianco e mitra di lamine d'oro, sostiene con la sinistra ricoperta da un velo di seta il cero acceso mentre con la destra benedice la folla che fa ala al suo passaggio e che da ogni punto dell’immensa Basilica lo segue con indicibile commo­zione. É il Vicario di Cristo nella pienezza della sua maestà; è il Vicario di Cristo, che ad imitazione del Divin Salvatore, si degna di benedire la folla che gli si stringe attorno inneggiando come un giorno: «Osanna al Figlio di David Benedetto Colui che viene nel nome del Signore ».

Sorreggono la Sedia dodici Sediari in zimarra; la Sedia è sormontata da un ricchissimo baldacchino le cui aste sono sostenute da otto Referendari della Segnatura Papale; ai lati della sedia sono i flabelli sostenuti dai Camerieri segreti.

 

Circondano la «sedia gestatoria»:

 

41.  – Un Cerimoniere Pontificio.

42.  – Comandante ed Ufficiali della Guardia Svizzera.

43.  – Gli Esenti della Guardia Nobile.

44.  – Comandante della Guardia Palatina d’onore

45. - Cursori Pontifici e Mazzieri.

46.  - Due Camerieri segreti che portano i flabelli.

47.  – Bussolante, sotto foriere, che vigila affinché la Sedia gestatoria sia portata con regolarità.

 

Seguono la «sedia gestatoria»:

 

48. - Decano della Rota che durante la Funzione porta la mitra del Papa.

49. - Due Camerieri Segreti partecipanti che sostengono la Falda durante la funzione.

50.  - Archiatra Pontificio.

51. - Primo aiutante di Camera.

52. - Uditore e Tesoriere della Reverendissima Camera Apostolica.

53. - Mons. Maggiordomo di Sua Santità ed altri grandi prelati.

54. -Protonotari Apostolici di numero partecipanti ed i Protonotari «ad instar»

55. - Reggente della Cancelleria Apostolica.

56. - Generali degli Ordini religiosi con gli abiti dei rispettivi Ordini.

 

 

All'entrata nella Basilica Vaticana il Sommo Ponte­fice viene accolto dal Capitolo e Clero Vaticano mentre i Cantori intonano il «Tu es Petrus». Il corteo papale si dirige all'altare papale, là ciascuno dei partecipanti alla Processione occupa il posto che gli è stato assegna­to. Giunto innanzi all'altare papale presso il Trono, il Santo Padre discende dalla Sedia gestatoria e s'inginoc­chia al «faldistorio», e dopo esser rimasto alcun poco a pregare si siede sul Trono papale.    

A destra ed a sinistra del Trono papale si pongono i due Cardinali Diaconi assistenti, a destra sulla predella del Trono è in piedi il Principe Assistente, sui gradini gli Avvocati concistoriali e i Collegi Prelatizi; a sinistra: il Prefetto delle cerimonie pontificie, sui gradini il De­cano della Sacra Rota che sorregge la mitra del Papa e due Camerieri segreti Assistenti. A destra del Trono, unito a questo è il banco per i Patriarchi: più avanti a destra e a sinistra quelli per gli Assistenti.

Il corteo è così finito; per ore ed ore una folla innu­merevole di religiosi e sacerdoti ha sfilato nella vasta e magnifica Basilica: chi ha assistito anche solo una volta a questa magnifica sfilata non può non sentirsi commos­so, perché nulla vi è di più grandioso, imponente magni­fico: la Chiesa cattolica è lì nella sua pienezza, potenza, unione.

 

CAPITOLO QUINTO

L’ATTO DELLA CANONIZZAZIONE

 

 

Appena il Sommo Pontefice è assiso sul Trono, ini­zia la cerimonia dell'ubbidienza: i Cardinali si avvici­nano al Papa e gli baciano la mano ricoperta dal manto. I Patriarchi, gli Arcivescovi ed i Vescovi baciano, invece, la croce della stola posta sulle sue ginocchia, gli Abati «nullius», gli Abati generali e i Penitenzieri baciano il piede.

Ritornati i vari dignitari al loro posto, tenendo sem­pre il cero acceso, il Cardinale N. N., Procuratore della Causa, s'avanza verso il Trono avendo alla destra il Maestro delle Cerimonie e alla sinistra un Avvocato Concisto­riale. Giunto ai piedi del Trono l'Avvocato si prostra ed a nome del Cardinale fa istanza al Santo Padre perché si degni ascrivere nel Catalogo dei Santi, i Beati di cui deve farsi la canonizzazione: la formula latina usata è la seguente:

«Beatissime Pater, Reverendíssimus dominus Cardinalis N. N. (fa il nome del Cardinale Procuratore della causa) hic praesens instanter petit per Sanctitatem Vestram catalogo Sanctorum Domini Nostri Jesu Christi adscríbi, et tamquam Sanctos ab omnibus Christi fidelibus pronunciari venerandos beatos N. N.»

In italiano: «Beatissimo Padre, il reverendissimo Signor Cardinale N. N., qui presente, con insistenza chie­de che Vostra Santità iscriva nel catalogo dei Santi di Nostro Signore Gesù Cristo e ordini siano venerati co­me santi da tutti i fedeli di Cristo, i beati N. N. ».

A questa supplica in nome di Sua Santità, il Segre­tario dei Brevi ai Principi, risponde con una lunga formula in latino in cui dichiara, che Sua Santità è edificato delle virtù dei Beati e dei miracoli che il Signore si è degnato compiere per far risaltare la loro gloria, ma prima di decidere su una cosa di tale importanza egli esorta l’as­semblea ad implorare la luce divina con l'intercessione della Beata Maria Sempre Vergine, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutta la Corte celeste.

Ricevuta tale risposta, il Cardinale Procuratore ritorna al suo posto; il Santo Padre si genuflette al «faldistorio», posto innanzi al Trono, mentre i Cantori intonano le Litanie dei Santi alternandole con l'Assemblea fino all'«Agnus Dei».

Finite le Litanie il Santo Padre si asside di nuovo in Trono: allora il Cardinale Procuratore col medesimo ce­rimoniale ed a mezzo dell'Avvocato Concistoriale rinnova l'istanza aggiungendo alla formula la parola «instantius» (con maggior insistenza). Risponde ancora il Prelato Segretario dei Brevi affermando che Sua Santità, compreso della grandezza dell'atto desidera che s’implori l'assi­stenza dello Spirito Santo, sorgente di santità e di luce.

Ritiratisi il Cardinale Procuratore insieme all'Avvo­cato Concistoriale, il Papa, deposta la mitra, torna al «fal­distorio», ed il Cardinale Assistente alla destra del Papa esorta tutti a pregare dicendo: «Orate ».

Dopo breve preghiera fatta da tutti in ginocchio, il Cardinale Assistente di sinistra alzandosi in piedi invita tutti ad alzarsi con la parola «Levate».

Allora il Santo Padre servito dai due Vescovi Assi­stenti che sorreggono il rituale e la candela intona in piedi il «Veni, Creator Spiritus», poi genuflette fino a tutta la prima strofa e quindi resta in piedi per tutto il resto dell'inno continuato dai Cappel­lani Cantori. Terminato l'inno e cantato il versetto, men­tre due Prelati in ufficio d’Accoliti; tenenti i candelieri, si pongono sui gradini del Trono, il Sommo Pontefice canta l'orazione propria dello Spirito Santo.

Tornato il Santo Padre ad assidersi, il Cardinale Procuratore, sempre assistito dall'Avvocato Concistoriale, fa la terza petizione aggiungendo il termine: «instantis­sime» (con la massima insistenza) abbiamo così «instanter, instantius, et instantissime».

Il Segretario dei Brevi ai Principi risponde in latino allora a questa terza domanda, dicendo che Sua Santità intimamente persuaso che la canonizzazione è una cosa piacevole a Dio si è risolto a pronunciare questa sentenza definitiva.

 

È Santo!

Allora alzatisi in piedi i Cardinali e gli altri del sacro Consesso, il Sommo Pontefice, tenendo in capo la mitra, dalla sua cattedra, nella pienezza del sacro Magistero pronuncia in latino la formula solenne della Canonizza­zione che si può tradurre in italiano così:

«In onore della Santa ed individua Trinità, per l'esaltazione della fede cattolica e per l'incremento della religione cristiana, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo lunga e matura deliberazione e avendo sovente invocato il divino aiuto e secondo il parere dei nostri venerabili fratelli i Cardinali della Santa Chiesa Romana, i Patriar­chi, Arcivescovi e Vescovi presenti nella Città, Noi de­cretiamo e definiamo Santi, e li iscriviamo nel Catalogo dei Santi, i Beati N. N., ordinando che la loro memoria dovrà essere celebrata tatti gli anni con pia devozione nella Chiesa Universale. (Il Papa indica qui il giorno fissato della festa dei nuovi Santi). Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia». Appena il Sommo Pontefice ha finito di pronunziare questa sentenza solenne, l'Avvocato Concistoriale, a nome del Cardinale Procuratore, rende al Papa le dovute gra­zie ed umilmente implora da Sua Santità che si degni ordinare la spedizione delle lettere apostoliche. A questa supplica risponde lo stesso Sommo Pontefice con la pa­rola: «Decernimus» (Decretiamo).

Il Cardinale Procuratore in segno di ringraziamento si avvicina al Trono e bacia la mano ed il ginocchio al Santo Padre, dopo di che ritorna ad assidersi al suo posto. L'Avvocato Concistoriale rivoltosi ai Protonotari Apo­stolici presenti, fa istanza che a perpetua memoria fac­ciano essi uno o più strumenti dell'atto della Canonizza­zione. Risponde a nome di tutti il Decano dei Protonotari con la formula: «Conficiemus» (aderiamo) e chiama come testimoni gli intimi familiari del Papa che stanno intorno al Trono con le parole: «Vobis testibus» (siete testimoni).

Il Sommo Pontefice si leva in piedi ed intona il «Te Deum» che viene proseguito dai Cap­pellani cantori alternandolo con i presenti assisi nell’abside e col popolo. Questo momento è dei più solenni e commoventi: le campane festanti annunciano all'Urbe e al mondo intero la nuova letizia della Chiesa di Dio! La gran Madre dei Santi si è arricchita di una nuova fulgida gloria e alla schiera già innumerevole dei martiri, confes­sori e vergini si sono aggiunti i Beati che da questo mo­mento tutta la grande famiglia cattolica saluta e venera come Santi.

Terminato il «Te Deum», il Cardinale Diacono invoca per primo i Santi canonizzati con il versetto: «Ora pro nobis, sancte N. N.» e l'assistenza risponde: «Ut digne efficiamur promis­sionibus Christi». Il Sommo Pontefice canta l'orazione propria dei nuovi Santi; indi il Cardinale Diacono, portatosi sulla predella del Trono a sinistra della persona del Pontefice, canta il «Confiteor» aggiungendo dopo l'in­vocazione dei Santi Apostoli anche quella dei nuovi Santi. Terminato il «Confiteor», l'Uditore di Rota si pre­senta innanzi al Trono e porge la Croce, mentre il Som­mo Pontefice, in piedi, pronunzia la formula depreca­toria, aggiungendo nell'orazione il nome dei nuovi Santi.

Quindi dal Cardinale Assistente viene pubblicata l'indulgenza plenaria che lucrano tutti coloro che assi­stono a questa solenne cerimonia. Se Sua Santità non celebra la Messa, non si canta l'Ora canonica di Terza, ma i Can­tori eseguiscono un canto adatto alla circostanza.

 

CAPITOLO SESTO

LA SANTA MESSA PONTIFICALE

 

Il Sommo Pontefice dà inizio alla solenne Messa con il Cardinale celebrante.

Giunta la Messa all'Offertorio, ha luogo una ceri­monia speciale: le offerte tradizionali, che consistono nell'offerta dei ceri, del pane, del vino, dell'acqua, di due tortorelle, di due colombe e di parecchi uccelletti.

Su una credenza che sta a sinistra dell’altare sono posti:

1.    cinque ceri, su ciascuno è dipinto al centro l’immagine del nuovo Santo e in basso lo stemma Pontificio: due di essi pesano ciascuno trenta libbre ramane, gli altri tre solamente dodici.

2.    Due grandi Pani, l’uno dorato, l'altro inargentato, sui quali è disegnato in rilievo lo stemma pontificio; i due pani sono deposti su un vassoio d'argento.

3.    Due bariletti, pieni l'uno di acqua, l'altro di vino: anche i due bariletti sono uno indorato, l'altro inargentato.

4.    Tre gabbie dorate, nella prima sono chiuse due tortorelle, nella seconda due colombe e nella terza uc­celletti di varie specie.

La cerimonia delle oblazioni è antichissima e rac­chiude un significato speciale. I ceri simboleggiano Gesù Cristo, «vera luce del mondo»; la «cera» infatti, opera della vergine ape, vuol indicare Gesù Cristo, vero Uomo, nato dalla Vergine Maria; il lucignolo rappresenta la divinità di Nostro Signore, che è fuoco che arde. I mi­stici scoprono altri simboli nei ceri: vi riconoscono la docilità di cui i Santi hanno dato prova, la purezza che hanno mantenuta o riconquistata per mezzo del fuoco della carità, la vigilanza e la sollecitudine per la cura che hanno posto nelle buone opere, infine lo splendore che i nuovi Santi aggiungono alla Chiesa militante.

Il pane, simbolo d’ogni cibo, significa che i Santi si sono nutriti d’ogni virtù per giungere al cielo. Ma quest’oblazione cela un significato ancora più profondo: Gesù Redentore e Salvatore nostro, ha detto: «Io sono il pane vivo», allora l'offerta dei due pani vuol signifi­care che i Santi non hanno desiderato altro cibo che Gesù Cristo nel SS. Sacramento dell'Altare. Egli fu la loro vita, la loro gioia in questo mondo ed ora è, senza veli, il premio eterno del loro amore.

Il vino indica la grazia santificante di cui fu riccamente adornato il nuovo Santo, e dice San Cipriano, che nessuna sostanza potrebbe meglio esprimerla, perciò Gesù Cristo permise che alle nozze di Cana questa pre­ziosa bevanda venisse a mancare per dimostrare così agli ebrei che essi avevano perduto la grazia divina e che nella legge di Mosé non c'era più speranza di salvezza. Il vino rappresenta ancora la gloria eterna dei Santi, di cui fa fede la Scrittura in questo bel passo: «Essi sa­ranno inebriati dell'abbondanza che é nella tua casa e tu li farai bere al torrente delle tue delizie».

E, giustamente, all'offerta del vino viene aggiunta quella dell'acqua, le tribolazioni della vita sono raffigu­rate per suo mezzo, ma essa indica ancora che i Santi, assorbiti nella contemplazione beata di Dio sono divenuti, come dice il Salmista: «Quelle acque che al disopra dei cieli lodano il nome del Signore».

Le tortore sono simbolo di quella fedeltà, di quella purezza, di quell'amore alla solitudine di cui i Santi fu­rono e sono esempio per noi così poco fedeli, puri e rac­colti in Dio.

Le colombe indicano la pace e la carità, di cui fu­rono arricchite le loro anime e come la colomba annun­ziò la fine del diluvio, così essi hanno lasciato questa vita di lotte e d’affanni per passare alla quiete della pace eterna. Ma la colomba ancora figura dello Spirito Santo, dei cui doni i Santi furono così largamente ricchi.

Ed infine i vari uccelletti indicano le aspirazioni ce­lesti di cui le anime dei Santi furono colme in vita; in­fatti, esse tesero sempre al Paradiso come gli uccelli ten­dono sempre a slanciarsi verso l'alto.

Queste simboliche oblazioni sono fatte dal Postu­latore della Causa, ma vengono presentate dai tre Car­dinali appartenenti alla Congregazione dei Riti. Terminata questa cerimonia, il Santo Sacrificio pro­segue fino alla fine.

All'Elevazione, il momento più solenne e sacro in cui Cristo, Sacerdote eterno rinnova sull'altare il Sacri­ficio doloroso del Golgota dall'alto della Cupola vengono suonate le trombe di argento e il limpido, puro suono si diffonde in tutta la vasta Basilica, mentre un tremito di commozione, passa in tutti i cuori. Cristo il gran Re, ancora una volta si offre al Padre e ravvolto nel manto regale del suo Sangue divino, implora per noi pietà e misericordia, come nell'ora tragica della sua morte la implorò sull'albero infame della Croce, trasfor­mato per suo amore in trono regale.

 

Il corteo di chiusura

 

Terminata la Messa papale, che finirà poco dopo le 12 si ricompone il corteo, Sua Santità, posto in capo il Triregno, risale sulla «Sedia gestatoria» e il corteo attra­versa di nuovo la Basilica, il Portico, la Scala Regia, fino alla Sala dei Paramenti.

Se il Papa darà la Santa Benedizione dalla gran Loggia «urbi et orbi», sarà portato in sedia gestatoria nella Loggia della Benedizione.

La folla, che fa ala al passaggio, applaude ancora una volta alla persona del Pontefice, mentre il Vicario di Gesù Cristo benedice e sorride: è il Padre e il Pastore di tutto il mondo che esulta insieme ai suoi figli per la nuova gloria di cui la Chiesa si è arricchita. Essa, la re­gina, «in manto prezioso e adornata di ricchi ornamenti», siede alla destra di Gesù Cristo, «il Re dei Re, il Signore dei Dominanti» e si rallegra della nuova gloria di cui l'ha adornata il suo Sposo divino.